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IL RILANCIO DELL’EDILIZIA IN SICUREZZA DIPENDE ANCHE DALLE POLITICHE DELLE STAZIONI APPALTANTI SUI T

Le imprese sono impegnate in questo momento anche nel nostro territorio nel riavvio delle attività economiche, stanno introducendo sistemi di sicurezza anti-covid 19 e ridisegnando processi e procedure.

E’ un lavoro enorme che impatterà sulle imprese non solo in questo passaggio, perché modifica in senso stabile per il futuro l’economicità stessa delle imprese. Infatti si tratta di ridurre l’utilizzazione degli spazi aziendali, di acquisire e utilizzare ulteriori dispositivi di sicurezza rispetto a quelli tradizionali, di allungare i tempi di lavorazione con operazioni aggiuntive ai fini della sicurezza. Tutto questo comporta nuovi costi e minori possibilità di ricavi.

In tutti i settori le imprese, soprattutto le piccole medie, sanno dare risposte immediate alle mutazioni del mercato e anche questa volta gli imprenditori stanno lavorando per dare continuità alle proprie organizzazioni anche di fronte alle nuove difficoltà. Però in alcuni settori, e segnatamente nell’edilizia, i prezzi sono soggetti a procedure formali e a parametri rigidi. Pertanto questa riorganizzazione nel senso della maggiore sicurezza può avere successo solo se anche le stazioni appaltanti faranno il medesimo lavoro di ridefinizione tenendo conto della nuova e diversa economicità delle operazioni.

Da sempre denunciamo che l’utilizzazione del meccanismo del massimo ribasso senza correttivi è nemico della sicurezza e spesso porta a selezionare non le imprese migliori, ma quelle meno affidabili e meno legate al territorio. Oggi che è necessario uno sforzo ulteriore verso il bene primario della sicurezza che le imprese sono determinate a fare occorre poter contare su un rapporto con le stazioni appaltanti di reciproca acquisizione di responsabilità e di collaborazione. Se le stazioni appaltanti in questa fase storica, rimanessero sorde e indifferenti rispetto alle nuove esigenze si otterrebbe nell’edilizia il medesimo risultato che lo sforzo eccezionale del Governo, onerosissimo per il bilancio dello Stato, vuole invece scongiurare: la falcidia della maggioranza delle imprese edili.

Altro aspetto determinante è la puntualità dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione e dei committenti privati, perché determina automaticamente uno sbilanciamento finanziario delle imprese edili, che, nella situazione attuale di profonda crisi di liquidità diventa insostenibile. Quindi, anche a questi fini, occorre provvedere immediatamente a regolarizzare tutti i pagamenti scaduti, liquidare i lavori eseguiti al momento della sospensione e restringere i tempi, nel rispetto delle leggi, per i pagamenti futuri.

Alcune stazioni appaltanti hanno risposto positivamente, ma occorre urgentemente una assunzione di responsabilità diffusa e omogenea a livello nazionale e sui singoli territori, per questo le associazioni datoriali, tra cui Confartigianato ANAEPA, e i sindacati dei lavoratori del settore dell’edilizia si sono rivolte unitariamente al Presidente del Consiglio perché ponga in essere politiche che garantiscano le condizioni economiche minime per consentire le riorganizzazioni del settore dell’edilizia nella direzione della maggiore sicurezza.


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